Bilinguismo e bambini: miti da sfatare

Sfatiamo alcuni luoghi comuni sul bilinguismo…
Qualsiasi esposizione ad una seconda lingua porta ad essere bilingui. Non è così: la quantità e la qualità dell’input linguistico che forniamo al bambino sono cruciali! Il bilinguismo non è una tecnica, è un tipo di educazione che quindi necessità di flessibilità e adattamento; l’ambiente linguistico in cui immergiamo il bambino deve essere sempre ricco e stimolante; c’è bisogno di un impegno costante almeno fino ai 7-8 anni di vita, così da garantire un’esposizione bilanciata per un bilinguismo armonioso. Importate la regola d’oro UN GENITORE-UNA LINGUA.
In secondo luogo sfatiamo il mito delle difficoltà linguistiche o della confusione che l’esposizione a due (o più) lingue potrebbe creare… Falso! Il bilinguismo non comporta nessun costo cognitivo/linguistico per il bambino, quello che c’è di vero è un’apparente ritardo iniziale nell’acquisizione del linguaggio, dovuta al fatto che il bambino sta acquisendo due lingue con due lessici separati che progrediscono in maniera diversa a seconda dell’esposizione.
Non è poi nemmeno vero che il bilinguismo porti a difficoltà scolastiche, così come non è decisiva la scelta della lingua nella quale insegnare a leggere e scrivere, dal momento che le competenze necessarie agli apprendimenti scolastici acquisite in una lingua verranno poi trasferite anche all’altra.
In definitiva il bilinguismo è una ricchezza, studi dimostrano che bambini bilingui hanno maggiori capacità di concentrazione, sono più abili nel generalizzare regole provenienti da input misti, sono più creativi e hanno un pensiero più flessibile. Inoltre il bilinguismo facilita il successo accademico, l’integrazione sociale e lavorativa. Ogni lingua è preziosa, non ce n’è una più difficile di un’altra e tutti i bambini possono imparare!
Dal momento comunque che il bilinguismo non è la causa ma nemmeno un antidoto contro i DSL, consiglio di rivolgersi ad uno specialista se il bambino mostra in almeno uno delle lingue le seguenti difficoltà:
-a 3 anni il bambino ha difficoltà ad esprimersi combinando 2 o più parole, il linguaggio risulta inintelligibile e si notano difficoltà di attenzione
-a 4 anni il bambino balbetta o ripete parole senza comprenderle, gli altri faticano a capirlo e usa parole non adeguate al contesto
-a 5 anni non compone frasi complete e non segue le consenge